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SAPIENZA UNIVERSITA' DI ROMA

Con oltre 700 anni di storia, 112mila studenti complessivi, 4.000 docenti e 2.000 funzionari, tecnici e bibliotecari oltre a 2.000 amministrativi nelle strutture ospedaliere, la Sapienza è la prima università in Europa. L’offerta formativa comprende oltre 270 corsi di laurea e laurea magistrale, di cui oltre 30 in lingua inglese, più di 200 master, circa 80 dottorati di ricerca e 80 scuole di specializzazione. Della platea studentesca fanno parte oltre 30mila fuorisede, circa 8.000 studenti internazionali e oltre 3.300 studenti all’anno in mobilità internazionale. L'attività di ricerca scientifica copre uno spettro estremamente amplio di discipline, raggiungendo livelli di eccellenza in molti ambiti, quali l’archeologia, la fisica e l’astrofisica, le scienze umanistiche e i beni culturali, l’ambiente, le nanotecnologie, la terapia cellulare e genica, il design, l’aerospazio, le scienze sociali ed economiche.  La Sapienza è organizzata in 11 facoltà e 63 dipartimenti, oltre a numerosi centri di ricerca e centri di servizi.

Anche nell’edizione 2019 FORUM PA si propone come importante appuntamento volto a stimolare le pubbliche amministrazioni, a individuare soluzioni e a farsi promotori della sostenibilità e dell’innovazione.

La Sapienza raccoglie questo invito. Con le sue vaste competenze multidisciplinari, sviluppate negli ambiti della didattica e della ricerca scientifica, ma anche della gestione amministrativa, l’Ateneo vuole offrire il proprio contributo ai temi del Forum.

Progetti in Manifestazione

Presso lo stand Sapienza sarà distribuito materiale divulgativo sulle attività dell’università e sarà possibile acquistare gli articoli del merchandising Sapienza, i cui proventi sono destinati a finanziare iniziative a favore della didattica e della ricerca. Un’attenzione particolare sarà posta sulla presentazione delle eccellenze della ricerca scientifica, tema che verrà trattato in un seminario dedicato.


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martedì, 24 Maggio 2016

14:00
15:00

Scuola digitale e Alternanza scuola-lavoro: le professioni della PA come occasione di esperienza per i giovani[ws.92]

La normativa sull'alternanza risale al 2010, con l'inserimento dell'apprendistato all'interno del percorso formativo scolastico, ma è la recente legge 107 del 2015, La Buona Scuola, a fornire un punto di svolta, sistematizzando l’alternanza scuola lavoro dall’a.s. 2015-2016 attraverso percorsi obbligatori di alternanza da inserire nel Piano triennale dell’offerta formativa nel secondo biennio e nell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado, per un totale di almeno 400 ore negli istituti tecnici e professionali e almeno 200 ore nei licei, che fino ad ora non erano stati coinvolti.

A seguito della legge, e dei suoi decreti attutivi, occorre creare le condizioni affinché l'obbligo possa essere assolto, in particolare in riferimento ai Licei, ai quali è rivolto il seminario di oggi, storicamente più distanti dal mondo lavorativo rispetto agli istituti tecnici e professionali.

Sapienza Università di Roma ha colto le potenzialità dell’alternanza scuola lavoro per realizzare una parte importante degli obiettivi sulla terza missione in termini di creazione di reti territoriali, formazione, trasferimento delle competenze: pertanto ha ritenuto opportuno – prima tra gli atenei romani – di proporsi come Ente ospitante per le attività di alternanza scuola-lavoro.

Al momento sono in avvio 111 progetti sperimentali proposti dalle diverse strutture presenti in Sapienza (musei, biblioteche, orchestre, laboratori teatrali e radiofonici, uffici dell’amministrazione, Facoltà, Dipartimenti, aziende ospedaliere e altro) che accoglieranno circa 2.900 studenti delle scuole secondarie di secondo grado, per un totale di circa 80.000 ore di attività.

martedì, 24 Maggio 2016

15:00
16:00

Ricerca applicata per lo sviluppo digitale del Paese: il progetto ReCAP - Rete per la Conservazione e l'Accesso ai Patrimoni digitali[ws.40]

ReCAP, progetto di DigiLab Sapienza finanziato per il periodo 2015-2017 dalla Regione Lazio nell'ambito dei “Progetti di ricerca presentati da Università e Centri di ricerca”, ha come scopo quello di creare una rete, sostenibile nel tempo, tra soggetti pubblici e privati, pensata come “luogo” di condivisione, sperimentazione e perfezionamento delle conoscenze, competenze e infrastrutture scientifiche e tecnologiche, acquisite e realizzate, in ambito nazionale e internazionale, in materia di conservazione, accesso e riutilizzo delle “memorie” digitali.

L'approccio scelto per affrontare il tema della conservazione digitale è innovativo sia in relazione all'oggetto (risorse digitali di diversa natura, overro digitali native, risultato di conservazione sostitutiva a norma e patrimonio culturale digitalizzato), sia in relazione all'obiettivo finale del progetto rappresentato dall'elaborazione di linee guida per la costruzione di processi conservativi che garantiscano, nel medio e lungo periodo, la possibilità di fruizione dei contenuti digitali anche in termine di intelligibilità (mantenimento nel tempo di informazioni originari rilevanti); possibilità “trascurata” dall'attuale quadro di riferimento, anche normativo, concentrato quasi esclusivamente sulle responsabilità formali e sulle attività di consolidamento.

La metodologia realmente collaborativa tra i diversi soggetti aderenti a ReCAP ha portato alla selezione delle direttrici per sviluppare la ricerca, costituite dalle seguenti tre aree, strettamente correlate tra loro: requisiti per una piattaforma di conservazione in grado di garantire, nel lungo periodo, la qualità dell'accesso e fruizione delle risorse digitali; individuazione di set di metadati per garantire l'interoperabilità tra piattaforme diverse di conservazione; requisiti per la realizzazione di sistemi documentali capaci di integrare e governare efficacemente le “componenti” analogiche e digitali degli archivi ibridi.

martedì, 24 Maggio 2016

16:00
18:00

Sapienza per la città intelligente Smart community Vs Smart City: un processo di condivisione di contenuti, conoscenze, tecnologie e progettualità, forme e modi dell’agire sociale per le città del futuro.[ws.91]

La partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini, delle imprese, delle istituzioni sono elementi imprescindibili per la realizzazione di qualsiasi smart city, in quanto quest’ultima si costruisce su un territorio nel quale i problemi e le esigenze specifiche devono trovare risposte flessibili e dinamiche attraverso una programmazione che coniughi innovazione, progettazione e condivisione dal basso con infrastrutture e strategie di sistema.

Nel seminario il binomio Smart Community Vs Smart City verrà declinato, in alcuni dei suoi aspetti, attraverso la presentazione di differenti esperienze maturate dal DIAEE (Dipartimento di Ingegneria, Astronautica ed Energetica) nelle quali gli elementi di partecipazione, condivisione e integrazione hanno accompagnato percorsi progettuali, di innovazione tecnologica e culturale, di consapevolezza e integrazione: in particolare

  • La progettualità: il progetto SC2 per lo smart campus Sapienza (B. Mattoni)
  • Le esperienze: la campagna Trenoverde 2016 di Legambiente (A.Minutolo)
  • L’innovazione: il sistema HOPES per il monitoraggio diffuso (L. Gugliermetti)
  • Gli strumenti: Smart Gates and Smart Data Center (M. Masè)
  • I processi formativi: progettualità europea e formazione (M.Boriello)
  • Il crowdsoursing data: il progetto RECIPE per la città resiliente (A.Casoria)
  • La partecipazione organizzata: la visione del X Municipio di Roma (F. Coppola)

mercoledì, 25 Maggio 2016

10:00
11:00

Big-Data e intelligenza artificiale profonda[ws.43]

Nel mondo di digitale il fenomeno emergente più significativo, genericamente indicato come Big Data (BD), riguarda la crescita esponenziale delle informazioni disponibili in rete in varie forme e con vari metodi di accesso.

In termini socio-economici i BD rappresentano una grande risorsa e opportunità e hanno il potenziale per rivoluzionare tutti gli aspetti della nostra società. Se BD sono il “petrolio” dei media digitali, i metodi per l’estrazione delle informazioni nascoste, rappresentano la “raffineria” poiché  la loro combinazione e aggregazione rappresenta un valore economico enorme e nuove opportunità di sviluppo.

La raccolta di conoscenze preziose e utili non è un compito semplice ed ordinario. L’estrazione dell’informazione non tradizionale nascosta nei dati, richiede lo sviluppo di strumenti e tecnologie avanzate e di team interdisciplinari che lavorano a stretto contatto. Oggi, le metodologie “intelligenti”, insieme con i progressi nella potenza di calcolo a disposizione, svolgono un ruolo centrale nell’analisi dei BD e nella scoperta della conoscenza.

Mentre le tecnologie su BD da un lato producono grandi promesse dall’altro sollevano una serie di importanti questioni etiche, relative alla privacy e all’auto-determinazione. Tali questioni, se non affrontate nel modo corretto, possono diventare una barriera significativa per l’adempimento delle opportunità attese. 

mercoledì, 25 Maggio 2016

11:00
12:00

Big-Data e intelligenza artificiale profonda[ws.116]

Nel mondo di digitale il fenomeno emergente più significativo, genericamente indicato come Big Data (BD), riguarda la crescita esponenziale delle informazioni disponibili in rete in varie forme e con vari metodi di accesso.

In termini socio-economici i BD rappresentano una grande risorsa e opportunità e hanno il potenziale per rivoluzionare tutti gli aspetti della nostra società. Se BD sono il “petrolio” dei media digitali, i metodi per l’estrazione delle informazioni nascoste, rappresentano la “raffineria” poiché  la loro combinazione e aggregazione rappresenta un valore economico enorme e nuove opportunità di sviluppo.

La raccolta di conoscenze preziose e utili non è un compito semplice ed ordinario. L’estrazione dell’informazione non tradizionale nascosta nei dati, richiede lo sviluppo di strumenti e tecnologie avanzate e di team interdisciplinari che lavorano a stretto contatto. Oggi, le metodologie “intelligenti”, insieme con i progressi nella potenza di calcolo a disposizione, svolgono un ruolo centrale nell’analisi dei BD e nella scoperta della conoscenza.

Mentre le tecnologie su BD da un lato producono grandi promesse dall’altro sollevano una serie di importanti questioni etiche, relative alla privacy e all’auto-determinazione. Tali questioni, se non affrontate nel modo corretto, possono diventare una barriera significativa per l’adempimento delle opportunità attese. 

mercoledì, 25 Maggio 2016

12:00
13:00

Innovazione e cultura di genere nell’organizzazione universitaria[ws.80]

Le tre parole chiave che il seminario intende approfondire – innovazione, università, genere – sono già evidenziate nella loro relazione strategica dal legislatore comunitario quando fra i principali obiettivi dell’Europa entro il 2020 pone la realizzazione di un’economia intelligente, sostenibile e solidale, in cui sviluppo sociale e tecnologico possano contare sul driver della ricerca e sul paritario apporto di donne e uomini. Se i dati confermano finora difficoltà a coniugare ai processi economici obiettivi sostenibili, ancor più esse si manifestano con la sotto-rappresentazione delle donne nelle carriere scientifiche e tecnologiche. Già in passato le donne hanno saputo ridisegnare il senso delle domande in molte discipline delineando nuovi paradigmi e interpretazioni rispetto a quelli ritenuti neutri in campi di indagine che non lo erano di fatto. L’obiettivo Europe 2020, pertanto, può essere meglio raggiunto valorizzando tutte quelle best practices fondate su un’idea di scienza più eterogenea e con nuove scale di valori indispensabili per uno sviluppo socio-economico più equo, quindi anche gender-responsible perché orientata alla crescita della qualità di vita di donne e uomini. Il dibattito verterà su strategie quali l’innovazione nella didattica e nella comunicazione della scienza, sui linguaggi con cui interagisce con la società, su come e quanto la creatività e la conoscenza scientifica e umanistica, non più separate, possano meglio operare in un contesto sociale plurale, in cui agiscono paritariamente molte diversità, a partire da quelle di genere.

 

Partendo dalla considerazione di quanto le dinamiche legate al genere possano influire, anche inconsapevolmente, sull’organizzazione e sull’andamento delle relazioni di lavoro, tanto a livello micro (a partire dal posto di lavoro di ciascuno di noi), quanto a livello macro, nell’ambito delle relazioni tra i diversi attori coinvolti (Amministrazione, lavoratori, organizzazioni dei lavoratori, ecc.), esplorare le diverse proposte concrete  che il sistema universitario può proporre per  favorire nel personale una maggiore consapevolezza per  la costruzione di luoghi di lavoro capaci di “prescindere dal genere”, favorendo così le pari opportunità e l’empowerment delle diversità, in un contesto positivo e performante.

Il tema della conciliazione nasce dall’esigenza di promuovere, attraverso l’individuazione delle maggiori problematiche e delle politiche più opportune, la possibilità per donne e uomini di conciliare la propria vita lavorativa con quella familiare.  Si tratta quindi di verificare a che punto siamo nell’introduzione, oltre al part time, di azioni a supporto della la conciliazione che non dovrà più essere continuerà ad essere delegata solo al genere femminile.
Lo Smart-working è uno degli strumenti che consentono di aumentare la flessibilità sul lavoro e agisce, in particolare, sul doppio fronte dell’orario e della sede. Può essere utilizzato da solo o insieme a Telelavoro. L’obiettivo di tutti questi strumenti è costruire modelli di organizzazione del lavoro innovativi che consentano a donne e uomini di conciliare la propria vita professionale con quella familiare, tema che rientra tra le priorità strategiche della programmazione dei fondi strutturali europei. lavorativo, propugnando l’equazione fra politiche di conciliazione e politiche di genere

giovedì, 26 Maggio 2016

10:30
11:30

La responsabilità sociale delle università nel contesto europeo: il progetto USR NET Erasmus +[ws.42]

Una riflessione sulla ricerca e l’innovazione oggi non può essere svincolata dal concetto di responsabilità, ossia la capacità di generare impatti sul proprio territorio di riferimento, di tutelare le risorse umane e di favorire la condivisione dei saperi e della conoscenza, promuovendo una ricerca sostenibile non solo a livello economico, ma anche ambientale e sociale secondo il paradigma della triple bottom line.

Il punto di partenza è la RRI – Responsible Research and Innovation di stampo europeo, che si fonda su 5 pilastri:

-       Ethics

-       Open access

-       Gender equality

-       Science education

-       Public engagement.

Sapienza è parte attiva nel sostenere la responsabilità sociale universitaria e per questo partecipa al progetto Erasmus Plus USR-NET, teso alla creazione di un network europeo di social responsible universities.

USR NET ha 3 grandi obiettivi:

-       Valutare lo stato dell’arte normativo sul tema della responsabilità universitaria negli stati membri aderenti al progetto;

-       Analizzare e censire buone pratiche sul tema;

-       Organizzare eventi di comunicazione e training rivolti a studenti universitari, docenti e personale universitario, imprese e associazioni.

giovedì, 26 Maggio 2016

12:00
13:00

Trasparenza nella PA. Open Source Mobile per siti non responsive: il caso studio “Sapienza albo pretorio”[ws.62]

Il traffico web generato dai dispositivi mobili è in continua crescita e ormai insidia molto da vicino quello dei desktop, anche in Italia. Il mio sito, però, non è responsive e renderlo tale comporterebbe dei costi possibilmente molto alti. In questo seminario verrà proposta una soluzione “economica” per rendere un sito web fruibile alla navigazione mobile senza stravolgere l’aspetto e la struttura di navigazione della parte desktop.

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